La speranza del nostro Paese
La meglio gioventù che scende in piazza!
La nostra scuola torna nelle piazze della protesta, a conferma che l’onda degli studenti e dei professori non si è esaurita. La contrapposizione tra il mondo della scuola e il governo è profonda ed assoluta. Le verità certamente non stanno da una sola parte o dall’altra, ma vanno ricercate instaurando un serio confronto, che è mancato. Spesso si usa la parola riforma ma nei fatti le cosiddette riforme sembrano più mirate e rivolte a diminuire la spesa. Certamente colpire i settori nevralgici(scuola , cultura,ambiente e ricerca) non è un buon sintomo di un Paese moderno. Spiazza i nostri giovani relegandoli ad accattoni. Le vere riforme da effettuare sono altre: la diminuzione della spesa pubblica e l’evasione fiscale. Quello che appare SULLA RIFORMA DELLA SCUOLA è:una precisa e intenzionata controriforma per demolire e privatizzare gradualmente la scuola pubblica. Anche se il Ministro Gelmini cerca di difendersi dichiarando che in piazza c’è parecchi che vanno a protestare e mandano i loro figli alle scuole private. Questo governo è stato anzitutto una regressione culturale. L’idea o il dubbio che un’astuzia ignorante potesse guidare con successo l’Italia nel mondo complesso della modernità, invece di precipitarla, com’è stato, nel declino e nel discredito internazionale. Nessun governo ha prodotto tanti danni nell’istruzione pubblica,alla cultura e ai nostri beni culturali, neppure al tempo del fascismo. Nessuno prima di questa aggregazione moderna o “toccasana”di Governo”bipartito” aveva considerato la scuola e la cultura e la ricerca come nemici ideologici da abbattere. Assai più degli eredi degli avversari politici e perfino degli eredi del comunismo, con i quali alla fine ci si può sempre mettere d’accordo al tavolo degli affari. Per non parlare poi della TV pubblica che è stato facilissimo piegare , con l’eccezione di piccole isole di indipendenza. Si fa di tutto meno che privilegiare gli onesti sforzi di milioni di ragazzi e ragazze di rendersi indipendenti con lo studio e con il lavoro. Questa vecchia Italia non può rimanere in mano ai vecchi “tartufi.”bianchi o neri! Bene fanno i nostri giovani a protestare PACIFICAMENTE COME LORO DIRITTO-DOVERE e scendere in piazza manifestando le loro speranza per un futuro e un mondo migliore , dove si lotta per realizzare la crescita del Paese, allo scopo di un suo reale rinnovamento e sviluppo.
Paolo Calamai