IL DOGMATISMO L A VERA RELIGINE
DI BUGETTI E CARLESI DEL PD A PRATO
Editoriale del direttore
I cittadini pratesi sono stanchi, delusi, amareggiati, dei soliti attacchi inammissibili, assurdi, più volte offensivi rivolti a Roberto Cenni Sindaco della Città. Come si fa apertamente a dichiarare all'opinione pubblica che il Sindaco Cenni, deve dimostrare di essere pronto a governare correttamente la Città! Questo significa che il primo cittadino dalla Sua elezione ha commesso degli abusi. Quali sono queste inadempienze amministrative? Cara Sig.ra compagna Bugetti, chi rappresenta un partito democratico come il Suo, non può perdere il senso della ragionevolezza o “ragione,” come spesso a Lei accade. Mi azzardo a dirLe questo perchè sono un uomo di sinistra, quindi ho le carte in regola più di Lei per poterlo affermare. Lei continua con i Suoi atteggiamenti ad animare i totalitarismi, e a suggestionare i cittadini, mi sembra che non sia tanto “un latente pensiero religioso,” come di solito volete dimostrare in Città. Lei, forte del sostegno del capo gruppo del Pd in consiglio comunale Carlesi, si lancia in una passionale vocazione assolutistica, e una visione dogmatica, di caccia alle streghe, già superata dal tempo che fu! Lei si sente depositaria insieme al Suo capo gruppo in consiglio, di una superiore coscienza delle cose(di una verità) che tende più facilmente a sopraffare gli altri. Forse saprà, o si è dimenticata, o vi siete dimenticati a vicenda, che in Italia abbiamo avuto già nel passato una rappresentazione dolorosissima di questo genere. Una azione detestabile di superbia, che anima ogni risma di purificatori, raddrizzatori, correttori del mondo e dell'umanità. Lei insieme al Suo capo gruppo, fa parte di coloro che hanno così paura dell'errore che preferiscono sopprimere o incarcerarne il portatore. Tanta superbia e basta. Con il Vostro modo di fare ( poiché noi non siamo buoni, ci costringete ad esserlo). Devo dire che sono stato fortunato di sentirmi immune (in politica come nella vita), da ogni tentazione assolutistica. Deve essere per questo, che come giornalista sono decisamente imputabile per alcuni di lassismo. In compenso, per me, sarebbe innaturale opprimere o perseguitare alcuno per ”raddrizzarlo” o per costringerlo a onorare dogmi che non possiedo e non pratico. Sono contentissimo della mia libertà di espressione. Ma non non mi devo vantare troppo. Di questa naturale e forse eccessiva tolleranza: a furia di vantarmene, rischio di diventare stucchevole e vanitoso, spero sempre meno dei più zelanti baciapalle.
Paolo Calamai